Ma si, andiamo in ferie e lasciamo Fido in pensione

Eh no! Se volete dedicarvi 15 giorni di vacanza alle Maldive questa, fra tutte, è la soluzione più irresponsabile ed egoista che possiate scegliere. Inutile rigirare la frittata con vaghe giustificazioni il cui unico scopo, se davvero riusciste a credere a voi stessi, sarebbe quello di sollevare l’animo dagli inevitabili sensi di colpa. C’è da dire, però, che non sempre tutto è così semplice e lineare. Talvolta la necessità di servirsi dell’opzione ‘pensione‘ può davvero essere l’unica opportunità per conciliare l’amore per il nostro cane con le urgenze improvvise. L’integralismo del ‘No, io mai!‘ è pur sempre una presa di posizione netta e irremovibile che, in quanto tale, ha raramente un senso anche in situazioni che non riguardano direttamente il nostro amato cucciolo (perché sempre un cucciolone resta, no?)

Insomma il fondamentalismo non è mai utile, chi ha un po’ di sale in zucca bene lo sa (Cit. Joda).

Ci sono situazioni, infatti, nelle quali la scelta della pensione per cani risulta essere una extrema ratio obbligatoria considerando che la vita, a maggior ragione se abbiamo scelto di condividerla con un animale da compagnia, è spesso imprevedibile e qualche volta ci presenta conti che mai avremmo pensato di dover saldare.

Se non è possibile godere dei vantaggi di una accogliente e vicina parentela (non tutti hanno questa fortuna, ricordiamolo) oppure si vive da soli in una grande città dove la maggior parte di amici e conoscenti abita comunque in spazi relativamente ridotti, la pensione per cani può darci una mano, tassativamente per un tempo breve, a gestire momenti particolari come un viaggio aereo improvviso, magari a seguito di un lutto lontano, o un ricovero urgente che ci obblighi in una struttura sanitaria.

Come preparare dunque il nostro cane a questo importante cambiamento di abitudini e certezze che tanta importanza hanno nella sua routine quotidiana? Premettendo che la consultazione con uno specialista (veterinario o comportamentalista) dovrebbe essere il primo step, ho stilato un breve catalogo frutto soltanto di quel briciolo di buon senso che mi è rimasto nel cervelletto. In poche parole vi racconto come mi organizzerei io, nulla di più.

  • In primis mi premurerei di fargli conoscere la struttura che intendo interessare. Ci andrei un paio di volte insieme a lui/lei/loro passeggiando negli spazi comuni per presentargli luoghi, profumi e operatori con i quali dovrà condividere il tempo di pensionamento. A proposito della struttura. Mi auguro non vi salti minimamente in testa di sceglierne una che non garantisca spazi interni (gabbie, chiamiamole pure per nome) ampie ed arieggiate, con uno sbocco verso l’esterno, aperte allo sguardo e confortevoli in periodi freddi. Assicuratevi inoltre che siano in possesso di ogni autorizzazione sanitaria necessaria e che rispettino gli standard di legge anche perché, nel caso disgraziato di incidenti, la vostra assicurazione non coprirebbe le spese dei danni arrecati.
  • Ricordate che la prima impressione è quella che vale. Se vi sembra che durante le visite non vi riservino l’attenzione dovuta o rilevate sporcizia e altri piccoli particolari che non vi sconquinferano fuggite a gambe levate, per il vostro bene e per quello dell’amato quadrupede. La struttura dovrà certamente possedere un’aera attrezzata per sgambamento e ore di socialità che dovranno essere garantite. Un plus che mi convincerebbe immediatamente sarebbe quello di webcam dedicate per poter vedere e seguire via smartphone, in ogni momento della giornata, il mio amato peloso. Ecco, quest’ultima opzione mi regalerebbe una notevole serenità facilitandomi nella scelta di una struttura rispetto a un altra, a parità di servizi offerti.
  • La disponibilità e presenza di uno o più veterinari dovrebbe essere scontata, almeno per quelli che sono i miei personali standard. Non solo per intervenire nell’eventualità di un malessere o infortunio improvviso ma anche per somministrare al cane le medicine necessarie nel caso si tratti di soggetti sottoposti a terapie mediche.
  • L’alimentazione non dovrebbe cambiare. Ora, è vero che ci sono cani che si mangerebbero anche la bisnonna cruda e scondita senza fare grandi storie ma la maggior parte dei nostri amici pelosi è abituata a seguire una dieta precisa, umida o secca che sia. Di solito, in effetti, noi umani tendiamo a servire come pasto sempre le stesse crocchette o bocconi, magari cambiando gusto ma della solita marca. Un’ottima idea sarebbe quindi quella di fornire voi stessi il cibo cui è abituato consentendogli di continuare a consumarlo anche durante le giornate di pensione.
  • Infine non tralascerei l’importanza del ricordo, attraverso gli odori, ovviamente. Lasciategli quindi una copertina di quelle che usa in casa o un vostro indumento (un maglione o maglietta). Insomma qualcosa insieme alla quale lui possa accoccolarsi nel sogno di non essere poi così lontano da casa e, soprattutto, da voi.
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